Apatheia
Recensione a cura di Dmitriy Palamariuc
REVIEWS INSANE VOICES LABIRYNTH
Gli Apatheia sono un giovane trio polacco di Mielec, che nonostante la loro acerba età debuttano con un full-length, “Konstelacja Dziur”, dilaniante e pieno di enigmi e messaggi subliminali che la band vuole trasmettere al pubblico amante del grezzo Black Metal di vecchio stampo in stile Venom, Darkthrone, Nargaroth, Mayhem, ecc.
Nonostante in materia di innovazione gli Apatheia non ci possono impressionare più di tanto, l’impronta nordica e precisamente polacca ci incanta con dei riff gelidi e rei, nonostante una produzione giovane ed aspra.
Le chitarre, come le asce affilate, tolgono il respiro agli ascoltatori durante ognuna delle 8 tracce, molto salde e con un ottimo songwriting e bei testi, che non danno ne tempo ne modo di annoiarsi, e tanto meno di diventare vittima di monotonia o della mera banalità.
Peccato che sia i titoli che i testi stessi siano un po' difficili da leggere, ma con un buon traduttore si riesce a scendere nell’abisso dei pensieri profondi che ci propongono. Il basso lacerante ed aggressivo, insieme ai ritmi malvagi ed alacri della batteria ben cadenzata, danno ai riff una consistenza maestosa ed allo stesso tempo velenosamente malsana, portando gli ascoltatori nel tumulo delle anime condannate alla pena eterna ed ai peggiori calvari che ci si possa immaginare, per scontare i loro peccati capitali.
La voce invece è un scream subdolo e sfuggente, preferendo l’atmosfera all’impatto più crudo. Si respira in generale una tendenza a puntare sul gelo siberiano e su dissonanze, ma tutto sommato è apprezzabile la volontà dei ragazzi di Mielic di staccarsi da formule ormai abusate e dai sempre insistenti paragoni con le star Behemoth, Hate, Darkthrone, ecc; dall’altro è difficile non notare come alcuni di questi episodi siano privi di spunti realmente memorabili e di come a volte le canzoni si fondono le une con le altre senza lasciare traccia.
Gli Apatheia sanno come aumentare gradualmente la tensione, solo che, spesso, arrivati sul più bello, anziché dare alle fiamme tutto questo impeto represso, si lasciano sopraffare da esperimenti macchinosi, con delle melodie disadorne che poco esaltano il carattere forte del gruppo e questo aspetto andrebbe rivisto meglio, ma non dimentichiamo che la band è all’inizio della loro avventura musicale ed i margini di miglioramento è naturale che non mancano.
La Polonia è uno dei grandi baluardi del metal estremo in Europa: nel corso degli anni e specialmente negli ultimi tempi sta sfornando band di uno spessore importante e gli Apatheia non sono un’eccezione, dato il loro debutto vincente.
Nell’attesa di nuove notizie dai ragazzi, non possiamo fare altro che goderci questo intrigante lavoro, aspettando future uscite da parte loro, che sicuramente non deluderanno.
75/100
