Luciano Launius

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1/31/20222 min read

Recensione a cura di
JENN SAMAEL LOTTI

Luciano Launius è un musicista ed un chitarrista Italo-Americano di metal sinfonico che brilla per una spiccata propensione per la scrittura e l’arrangiamento.

Painters Of Ether è il nuovo disco pubblicato nel 2021 per Experience Music Label. L’idea nasce dall’esigenza dell’autore di concretizzare il proprio progetto musicale e nel farlo ha deciso di coinvolgere nello stesso diversi musicisti, alcuni dei quali di grande caratura e fama a livello nazionale ed internazionale. In questo album, ciascuno degli otto brani che lo compone, è contraddistinto da sfumature e stili diversi che lo rendono unico, pur senza farlo discostare eccessivamente dai canoni metal.

Ogni brano ha il contributo di musicisti diversi, in modo da rendere ogni canzone unica, con una propria anima e un proprio stile.

L’apertura dell’album spetta a “Defenders of Lorenia”, traccia che attira subito l’attenzione per la sua lunga introduzione strumentale. Dodici minuti ricchi di pathos e raffinatezza.

"Euterpe" è più breve della precedente, ma è comunque una traccia ricca e complessa. È un brano pieno di personalità e tecnicamente perfetto, anche se un po’ “pomposo” per i miei gusti. Ottimi gli inserti di tastiera che riescono a combinarsi perfettamente con gli assoli di chitarra.

“Silent Sinner”, “Demon Hunter” e “The Young Pharisee and the apprentice” aggiungono, agli altri ingredienti, una buona dose di power metal donando a tutto l’album una buona spinta adrenalinica che non guasta mai. “The Dancing Butterfly è una splendida ballata, dove la voce di Chiara Tricarico la fa da protagonista accompagnata da un magnifico pianoforte. Chiude il disco “The Young Pharisee And The Apprentice” che brilla per il perfetto equilibrio di tutti gli elementi che un buon brano di power metal sinfonico deve avere.

In conclusione, ci troviamo davanti un album che, pur restando saldamente ancorato al power metal sinfonico, lascia ampio spazio alla sperimentazione che però non è mai solo fine a sé stessa e non fa mai uscire il progetto dalle sue coordinate principali. Le sperimentazioni sono sempre funzionali ad abbellire ed impreziosire il progetto e restano sempre in perfetta armonia con gli altri elementi che lo compongono, come i cori e gli intervalli di chitarra solista. È un album davvero ben realizzato, affascinante e ricco di pathos.

75/100