Lachrymose
Recensione a cura di Dmitriy Palamariuc
REVIEWS INSANE VOICES LABIRYNTH
I Lachrymose sono una giovane band greca di Thessaloniki, formati nel 2013 e hanno all’attivo nel loro palmares un full-length intitolato “Carpe Noctum” prodotto nel 2015 ed un EP chiamato “ The Unseen” , targato 2018. Il gruppo è composto da membri esperti come il chitarrista / cantante Blackmass e il batterista Mancer, che si sono conosciuti nei tempi di Rotting Flesh. A loro si sono uniti la cantante Hel ed il bassista Kerk. Dato che il nome delle band è piuttosto intrigante, dovrebbe esserlo anche la musica che fanno. Infatti ci si aspettava delle grandi cose da questa unione di musicisti di talento, ma quello che hanno tirato fuori nel loro EP “The Unseen” è un doom metal piuttosto dolciastro e generico in stile Tristania e Sirenia. Nonostante la band ha molte potenzialità, non hanno ancora trovato la capacità di creare qualcosa di sensazionale che potrebbe essere abbastanza interessante da catturare l'attenzione di coloro che cercano nuove cose entusiasmanti all'interno del Doom metal, dove le cantanti, protagoniste femminili, non sono più qualcosa di insolito e raro ai giorni nostri; molte band sono cadute sotto questa tendenza e, naturalmente, la maggior parte di loro non dimentica di aggiungere alla propria voce maschile severa una voce melodica o addirittura lirica. Ciò potrebbe essere anche una buona cosa, ma in realtà non si adatta all'intero spettro del lato strumentale di Lachrymose. Anche se la voce di Hel è potente, essendo una cantante di talento, qui sembra semplicemente fastidiosa ed ossessiva sulla maggior parte delle canzoni, le sue parti di canto sono troppo lineari, senza un’anima propria. I synth e le sonorità sono troppo dolci e calme, rendendo il suono complessivo troppo superficiale. Magari con l'uso di effetti di tastiera più malinconici e tristi potrebbe fare la differenza e le trame potrebbero diventare un po' più ricche.Niente di speciale nemmeno la batteria, con dei pattern di percussioni occasionali al di sopra della media, ma tutto sommato non è male. Quasi tutte le tracce seguono la stessa ricevuta, riffing di chitarra dal ritmo lento a medio e solo le ritmiche ed il basso rendono il suono un po 'più interessante e dinamico, aggiungendo un po' di pesantezza al suono. Un’altro aspetto positivo di questo lavoro sono i testi belli e profondi, che salvano in extremis la band ellenica dalla monotonia e banalità totale.
La produzione sembra decente ed il suono è abbastanza particolare, forse per il desiderio della band è di rendere il suono più vintage, ma si ha la sensazione che tutto sia stato fatto troppo di fretta, senza un'attenzione adeguata alle cose, senza alcun concetto, senza alcuna passione. “The Unseen”, nonostante prometteva un salto di qualità di questa band di professionisti, si è rivelato troppo mediocre per il talento di questi artisti, rischiando di perdersi nell’abisso spietato di un genere dove è troppo facile smarrirsi nel dimenticatoio e di fare dei passi falsi difficilmente perdonabili dal pubblico esigente . Nel complesso il lavoretto nuovo raggiunge la sufficienza, ma i Lachrymose potrebbero dire sicuramente di più, sfruttando al meglio le proprie peculiarità e garantendo una maggior cura a particolari e sfumature (specialmente in materie di songwriting e di idee concettuali). Una profonda riflessione sulle proprie lacune ed una revisione del tutto arsenale artistico di questi geni incompiuti potrebbe generale la vera nascita di una stella assoluta chiamata Lachrymose.
66/100
