Welkins Boreal

Recensione a cura di Alessia VikingAle

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3/1/20222 min read

I Welkins Boreal si formano grazie al cantautore Teemu Kautonen nel 2018, ma le loro radici risalgono al 1990, dove Teemu era attivo in diverse bands tra cui i Nattvindens Gråt, del quale Teemu vede nei Welkins Boreal la sua reincarnazione.

Gli anni passano per Teemu, incastrato in una routine di “solo lavoro e niente divertimento”, ma con la musica sempre in testa. Frustrato nel riascoltare le sue vecchie produzioni con i Nattvindens Gråt, quando era un adolescente pieno di buone idee ma scarso nell’esecuzione e con un budget minimo per registrare materiale decente. Per anni il suo sogno è stato di riprendere alcune di quelle canzoni e dar loro il degno smalto, ma è rimasto un sogno impossibile. Fino al 2018, anno in cui riesce ad estrapolare nove canzoni nella discografia dei Nattvindens Gråt e dopo otto mesi di revisione, riarrangiamenti e registrazioni, finalmente può venire alla luce “Phantoms of Yesterday” sotto il moniker Welkins Boreal a settembre 2019.

Al termine delle registrazioni, è stata una conseguenza naturale cominciare subito a lavorare a del materiale inedito. A lui si unì l’amico di vecchia data Aki Koponen e Toni Paananen come batterista turnista per registrare tre nuove tracce all’Astia Studio con Ansi Kippo, “Apostolo del suono analogico” e che in passato collaborò con Children of Bodom ed Ensiferum. La produzione di “Ashes” è interamente analogica: senza midi, autotune o manipolazioni digitali, è stato registrato in presa diretta in nastri magnetici usando un calale totalmente analogico. Il risultato non sarà perfetto, ma segue la filosofia per cui la “sensazione” di musica supera la precisione robotica, ed il senso di pericolo nell’imperfezione può essere più interessante della prevedibile perfezione.

“Ashes” è uscito l’11 settembre di quest’anno su CD e in tutti i servizi di streaming, pronto per essere recensito anche sulle nostre pagine.

“Are you a witch?” apre l’EP e fa presa sull’orecchio dell’ascoltatore con il suo ritmo rock ed il ritornello super-catchy, unito ad un’atmosfera macabra e “di caccia” come anche il testo suggerisce, parlando di una caccia alle streghe vista dal punto di vista di chi le streghe finisce per bruciarle.

“Triumph of Steel” cambia rotta per atterrare in una ballad dall’atmosfera triste e malinconica, nonostante si parli di una vittoria in battaglia. La voce narrante è una delle fazioni in guerra, che tristemente si prepara all’ultima battaglia invocando pietà agli dei. Nel marasma della battaglia trovano vittoria contro l’avversario, che ora è in ginocchio.

“Ashes” cambia ancora una volta atmosfera virando su toni sempre rock come “Are you a witch?” ma con un tono cupo. Tra le tre canzoni è quella con meno mordente, peccato per una title-track.

Per concludere, “Ashes” è un lavoro pregevole ed appassionato il cui maggior difetto è la brevissima durata. Con queste tre tracce ed in generale con il progetto Welkins Boreal, Teemu ha dimostrato che nonostante la vita ci voglia talvolta lontani dalle nostre passioni, queste trovano sempre il modo di tornare da noi.

75/100