Wraith Rite
Recensione a cura di Elisa Gasparinetti
REVIEWS INSANE VOICES LABIRYNTH
La band, Wraith Rite, nasce a Madrid nel 2016 come progetto di metal estremo. Fondata da Dirge Inferno alla voce e completata in formazione da Yandros e Soulbutcher alla chitarra, Schizo al basso e Morgu alla batteria. In meno di un anno mette a segno una demo,seguita senza perdita di tempo,da un secondo album dal titolo "a little horror tale" uscito nel 2018 di cui vi parlo. Un ep a 6 tracce che già dalle prime note si presenta in tutto il suo funesto ardore. Le influenze che sento vanno dal thrash estremo al black metal. Sinistro è l'intreccio delle voci gotturali e spettrali, che si susseguono per tutto l'ascolto. Le prime 2 canzoni, "Freak show" e "Nuclear heaven", vagamente somiglianti aprono le danze con la classica frustata alle orecchie tipica del metal estremo. I suoni sono veloci,ossessivi e aggressivi e ricalcano perfettamente i temi horror delle canzoni presentate dove continua a infiltrarsi e ad imperare una voce stridente e roca,quasi fastidiosa, che rende però particolare e tematica l'intera opera. Sulla quarta traccia troviamo "Voices from the past",che grazie ad una sonorità più cupa e distorta mi riporta ad alcuni brani storici black metal di cui sicuramente la giovane band si è nutrita alla ricerca del proprio stile personale. Segue un intermezzo dal titolo "Come sweth death",un rituale occulto e misterioso accompagnato da campane funebri che spariscono nel silenzio presentando la sesta ed ultima canzone: "Aokihara". Qui i riff e gli assoli violenti e veloci lasciano il posto a sonorità più lente e malinconiche con inserimenti di dialoghi tra una voce femminile melodica e altre cupe e spettrali,donando un tocco mistico al pezzo,degno finale dell'album. Sicuramente si percepisce la grande voglia che questi ragazzi hanno di creare e di far sentire la loro produzione a tutti gli amanti del genere. Nonostante la discreta qualità dei tecnicismi dei singoli l'impressione è di un'energia concentrata prevalentemente sulle proprie preferenze stilistiche che rischia di non entrare nelle grazie di chi non appartiene ad una certa nicchia di metal molto estremizzato. Forse che, mescolando vari stili alla ricerca di una certa originalità, abbiano messo un po' troppa carne al fuoco? Sono certa in ogni caso, che la passione e la voglia di creare, sensazioni queste che mi giungono a livello emozionale, faranno da motore creativo per un nuovo lavoro stilisticamente personale ma ancora più accattivante. Sicuramente saranno apprezzati dal pubblico che si aspettano di colpire,a cui consiglio l'ascolto.
Elisa Gasparinetti
67/100
